"Se non odi i tuoi genitori, alla fine diventi come loro" Cit. Closet Monster
Oscar (Connor Jessup) è un adolescente confuso sulla propria sessualità e segnato da un breve ma incisivo trauma infantile che lo condizionerà a lungo durante la vita. Ciononostante continuerà a condurre un'esistenza nella norma finché non incontrerà il bellissimo e carismatico Wilder (Aliocha Schneider), coetaneo e collega di lavoro in un hardware store, che lo porterà finalmente a realizzare la sua omosessualità, inducendolo a ribellarsi ad un padre possessivo, omofobo ed ignorante.
Alla trama che, per quanto convincente, risulta perlomeno già sentita, il giovane regista Stephen Dunn aggiunge elementi visionari ed evocativi come un criceto parlante al quale Oscar confida le sue paure, i segni del trauma infantile che ricompaiono nei momenti salienti della vita del ragazzo attraverso il rigurgito di chiodi insanguinati e barre di metallo che improvvisamente erompono dal ventre, per finire con "il mostro nell'armadio"...
L'atmosfera è eclettica, lirica e tagliente: Dunn riesce a scavare in profondità nell'animo dello spettatore, portando a galla sentimenti e timori reali, tuttavia in perfetta armonia con la magia del film.
Persino un finale che non ci dà nessuna prospettiva concreta (né alcun suggerimento) sulla futura situazione sentimentale del protagonista è facilmente perdonabile.
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